Parrocchia
Santa Maria Domenica Mazzarello - Roma
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   21 novembre 2021 - 34ma Domenica del Tempo Ordinario.
Il regno di Dio nel mondo e nella nostra storia.

La solennità di Cristo re dell’universo indica che la sovranità di Dio non si esercita sulla società e sulle istituzioni politiche, ma riguarda esclusivamente il senso della storia umana, cioè ciò che ciascuna persona veramente è nella sua sfera più intima. Il potere regale di Gesù non è perciò quello dei re che governavano i popoli al suo tempo attraverso l’uso della forza e della sopraffazione, né è quello forse più moderno che vuole omologare ogni persona a sé e alle proprie visioni del mondo, ma è il potere dell’Amore che sa accendere la speranza nel buio più fitto. È il potere divino di dare la Vita eterna, di liberare dal male, di sconfiggere la morte.

Tutte le letture bibliche di questa ultima domenica dell’anno liturgico, attraverso uno sfondo narrativo in cui è possibile riconoscere specifiche esperienze storiche, ci parlano proprio di questa netta differenza tra il regno di Dio e i regni umani.

Così nel libro dell’Apocalisse, da cui è tratto il brano della seconda lettura, si parla di una comunità cristiana perseguitata e umiliata dal potere romano, che tuttavia mantiene salda la fede sul trionfo finale del regno di Dio.

Il profeta Daniele, invece, riferendosi all’esperienza delle persecuzioni subite dal popolo di Israele durante il regno del sovrano Antioco IV Epifane, con il linguaggio e le immagini tipiche della letteratura apocalittica dell’Antico Testamento, nel brano da cui è tratto il testo della prima lettura evidenzia la differenza tra le due realtà: il regno degli uomini è rappresentato da alcune bestie che tentano di impadronirsi del mondo, ma il regno di Dio, rappresentato dal figlio dell’uomo, alla fine trionferà.

La fede della prima comunità cristiana ha riconosciuto nella figura del figlio dell’uomo di cui ci parla il profeta Daniele l’immagine di Gesù che, nell’interrogatorio davanti a Pilato, parla del suo Regno come di una realtà che si colloca all’interno della storia, ma che al tempo stesso non può essere compresa secondo i criteri della storia. Ma attenzione a un particolare: Gesù non dice che il suo regno è estraneo alla nostra storia, ma semplicemente che non è della storia (cfr Sant’Agostino Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 115).

Il regno di Dio, cioè, è una realtà che non condivide né origine, né funzione con i regni di questo mondo; è una realtà che forse può anche essere difficile da comprendere fino in fondo, ma che - sono sicuro - corrisponde alle attese del cuore di ciascuno. Perché è il Regno di un amore liberante di cui anche noi oggi siamo chiamati a far parte, se lo vogliamo. Da risorti, per la vita eterna.

Santa domenica a tutti voi! Dio Onnipotente e misericordioso sostenga il nostro cammino, protegga i nostri cari e ci benedica.

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