Il più grande miracolo della storia.
La Domenica delle Palme e della Passione del Signore, secondo una definizione molto suggestiva di Sant’Agostino risalente al IV – V secolo, è il «portico trionfale» che ci introduce all’interno della Settimana Santa, periodo in cui ciascun cristiano celebra e vive l’evento centrale e fondante della propria fede: Cristo morto e risorto per la salvezza dell’umanità.
La Liturgia della Parola ci riporta proprio agli ultimi giorni e ai momenti conclusivi della vita terrena di Gesù. La prima lettura è tratta dal terzo canto del «Servo di Yahweh», figura misteriosa annunciata dall’autore della seconda parte del libro di Isaia circa 500 anni prima di Cristo. Il Deutero-Isaia si rivolge al popolo di Israele esiliato in Babilonia che sentiva la propria fede messa alla prova poiché, esule in terra straniera e costretto a vivere in condizione servile, si sentiva ormai abbandonato da Dio.
Il profeta trasmette alla sua gente un messaggio di consolazione e speranza, ma al tempo stesso anche misterioso e rivoluzionario. Egli infatti annuncia un futuro di liberazione e salvezza, che però non sarebbe arrivata dal re guerriero che tutti si aspettavano, ma per mezzo di un inviato dal Signore che attraverso la sofferenza e l’offerta della propria vita avrebbe espiato i peccati di tutti per ricondurre così l’intero popolo di Israele a Dio.
La figura del Servo di Yahweh è tratteggiata dal Deutero-Isaia attraverso un componimento poetico suddiviso in quattro parti, chiamate carmi o canti, che la Liturgia ci proporrà nei prossimi giorni a partire da oggi. Questo perché se è vero che nell’immediato il popolo di Israele si interrogò per cercare di far luce sulla misteriosa figura annunciata dal Deutero-Isaia, è anche vero che noi oggi nei tratti del Servo di Yahweh, in quel suo volto sfigurato dalle violenze e dagli oltraggi, possiamo far corrispondere i momenti della Passione e riconoscere così la persona di Gesù, che ha offerto la sua vita sulla croce per liberare i suoi discepoli dal male più grande: quello del peccato e della morte.
Il brano della prima lettura ci introduce, così, al lungo racconto della Passione secondo Luca, sul quale mi soffermo solo per una breve considerazione. Il testo del Passio si conclude con Gesù posto nel sepolcro. Ma è fondamentale per la nostra fede tenere sempre ben presente che questa non è la fine della storia. La Settimana Santa che celebriamo insieme ci dice che quel sepolcro è segno di speranza, perché proprio da lì avverrà il più grande miracolo della storia e della nostra vita: Cristo è risorto!
Serena Settimana Santa a tutti! Il Signore Gesù che ci accompagna in questo tempo di discernimento e preghiera verso un orizzonte di resurrezione, sostenga il nostro cammino, protegga nostri cari e ci benedica.