Parrocchia
Santa Maria Domenica Mazzarello - Roma
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   9 settembre 2018 - 23ma Domenica del Tempo Ordinario.
Coraggio, non temete!
Gli anni della deportazione e dell’esilio in Babilonia sono stati uno dei periodi più duri e significativi della storia biblica del popolo di Israele. Da popolo scelto per vivere una relazione di amicizia con il Signore, i figli di Israele hanno sperimentato in quei momenti la perdita della libertà, della possibilità di esercitare il culto e il buio di difficoltà talmente aspre da essere percepite come una condizione di morte provata durante l’esistenza.
In quei lunghi anni tra il popolo oppresso da una nazione straniera si era diffuso un senso di sconforto e di avvilente rassegnazione a una sorte avversa e molti provavano nei loro cuori la sensazione di essere stati abbandonati da Dio. Ma proprio in quel periodo così difficile il Signore suscita nell’animo di alcuni uomini la vocazione profetica ad annunciare al popolo un messaggio di salvezza. E’ così che l’autore del brano tratto dalla “piccola apocalisse di Isaia”, che ascoltiamo nella prima lettura, rivolge al popolo incoraggianti parole di speranza: «Coraggio, non temete! Il vostro Dio […] viene a salvarvi».
La salvezza che Dio assicura al suo popolo viene descritta dal profeta con parole affascinanti che tratteggiano una pienezza di vita: i ciechi vedranno, i sordi udranno, gli zoppi salteranno, i muti parleranno, il terreno arido diventerà ricco d’acqua e vi tornerà dunque a dimorare la vita. Il profeta Isaia con il suo messaggio annuncia al popolo che Dio lo salverà da quella condizione di morte sperimentata durante l’esilio.
Lo scenario tratteggiato da Isaia non si riferisce, però, ad una provvisoria nuova vita che il popolo potrà sperimentare con la liberazione politica e il rientro in patria, che pure è avvenuto grazie all’editto di Ciro, ma costituisce una profezia di liberazione ben più grande: quella dalla schiavitù del peccato e della morte che si adempie in Cristo. Ed è proprio Gesù stesso, come attesta la tradizione evangelica, a presentare la guarigione del sordomuto e gli altri suoi miracoli come adempimento delle profezie di salvezza contenute in Is 35 (Cf Mt 11, 5; Lc 7, 22). In Cristo è Dio stesso che si manifesta nella storia per donare all’essere umano la Vita vera: la salvezza dello spirito e la resurrezione del corpo.
Ecco, allora, che la Liturgia di questa domenica contiene un invito a tutti noi che abbiamo ricevuto il Battesimo in Cristo (nel cui rito è contenuto proprio un riferimento alla guarigione del sordomuto) ad annunciare con coraggio al mondo un messaggio di speranza e ad essere nella storia segni efficaci della presenza e dell’agire salvifico di Dio.
Santa domenica a tutti voi! Dio Onnipotente e misericordioso sostenga il nostro cammino, protegga i nostri cari e ci benedica.
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