Parrocchia
Santa Maria Domenica Mazzarello - Roma
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   15 settembre 2019 - 24ma Domenica del Tempo Ordinario.
La gioia di un abbraccio.

Il tema che riassume il messaggio centrale di questa domenica e che attraversa, legandole insieme, tutte le letture che vengono proclamate durante la Celebrazione Eucaristica è quello della Misericordia di Dio.

Discostandomi un pochino da quella che forse potrebbe essere una chiave di lettura più classica sul tema, vorrei cercare di proporre un breve spunto di riflessione facendo riferimento ad alcuni elementi che nella Liturgia della Parola caratterizzano la Misericordia di Dio sia nell’aspetto più proprio del suo essere, sia come espressione del suo agire nella storia.

Un primo elemento che viene posto in evidenza è quello della libertà. Così, nella prima lettura, il cui brano è tratto da una celebre pagina della storia di Israele, vengono delineati sia i tratti di Dio, che nonostante il tradimento del popolo manifesta la sua misericordia offrendo alla sua gente la grazia del Perdono, ma al tempo stesso viene anche disegnato il ritratto del popolo stesso di Israele che, dopo essere stato affrancato dalla schiavitù, nella sua libertà decide di tradire l’alleanza con Dio adorando un vitello di metallo fuso.

Anche il salmo responsoriale, se da un lato esprime l’esperienza amara del peccato, è al tempo stesso un inno che celebra la speranza del perdono in cui confida ogni credente che decide di rinnegare l’oscurità e tornare alla vita e alla comunione con Dio. E’ la stessa esperienza dell’Apostolo Paolo che scrivendo al suo amico Timòteo, compagno di molti viaggi missionari e poi vescovo di Efeso, mentre ricorda il suo passato di grande peccatore annuncia di essere stato salvato dalla grazia e dalla misericordia di Dio che opera sempre per chiunque decide di incamminarsi sulla strada della conversione.

Gli esempi proclamati nelle letture evidenziano, dunque, che la misericordia di Dio e la libertà umana sussistono sempre insieme. La misericordia di Dio, la sua Grazia, ci precede sempre, ma l’essere umano è chiamato a partecipare all’amore di Dio; l’uomo, come ha indicato Benedetto XVI «può amare in comunione con l’amore di Dio o può anche rifiutare questo amore».

Un’ultima considerazione attiene alla relazione che lega le parole gioia e grazia (chará e cháris) che in greco sono formate dalla stessa radice linguistica. Proprio considerando questo legame possiamo allora comprendere forse più profondamente le parole di Gesù che, nelle tre parabole del Vangelo, ripete più volte che il perdono, la grazia della misericordia, si vive nella gioia, nel clima di festa che Dio fa «per un solo peccatore che si converte».

Santa Domenica a tutti voi. Dio Onnipotente e Misericordioso sostenga il nostro cammino, protegga nostri cari e ci benedica.

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