Parrocchia
Santa Maria Domenica Mazzarello - Roma
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   10 febbraio 2019 - Quinta Domenica del Tempo Ordinario.
Sulla Tua Parola. Ogni vita è vocazione.

La Liturgia di questa domenica, proseguendo in realtà un percorso iniziato nel corso delle ultime settimane, parla in particolare della vocazione che qualifica la vita e la missione di ogni discepolo cristiano. Attraverso la presentazione di una affascinante trilogia di vocazioni è infatti possibile scorgere in controluce alcuni aspetti di ogni singolare vita di fede. Si, perché “vocazione”, diversamente da come comunemente forse si potrebbe pensare, è un termine che non si riferisce solamente alla vita consacrata e alle ministerialità dell’Ordine sacro. Vocazione è un termine che caratterizza e qualifica ogni persona che ha ricevuto il Battesimo: marito, moglie, single, genitore, figlio, studente, scienziato… insomma veramente tutti, poiché ciascuno nella originalità della propria vita è chiamato a dare corpo e sangue, volto e concretezza alla Parola di Dio che, attraverso noi, si incarna e tocca la vita e la storia delle persone che incontriamo sul nostro cammino.

Vi è poi un altro aspetto che vorrei porre in evidenza in modo particolare: la risposta ad ogni singola vocazione, che è anche esperienza della presenza di Dio nella nostra vita, non ci lascia mai come prima, ma ci cambia profondamente, rendendoci coscienti della nostra missione e delle nostre responsabilità.

Per fare solo alcuni limitati esempi penso a chi si sta per sposare, a chi sta per diventare genitore o magari lo è appena diventato, a chi ha deciso di impegnare la propria vita per curare chi è ammalato… Penso cioè a tutte quelle volte in cui la nostra vita cambia perché decidiamo di metterla a servizio dell’Amore di Dio che vogliamo riversare sulle vite e sul mondo che abbiamo davanti ai nostri occhi.

Questa è l’esperienza che ha fatto Isaia, come ci racconta il brano della prima lettura in cui emerge anche il senso di trepidazione e di smarrimento vissuto dal profeta. Si tratta dello stesso senso di inadeguatezza che può vivere ogni credente, che sa bene che esiste sempre una sproporzione tra l’umana fragilità e la santità di Dio che siamo chiamati a testimoniare. Lo ha vissuto anche Paolo, come lui stesso vi fa cenno nel brano della seconda lettura. Così come Pietro e gli altri discepoli di cui ci parla il brano del Vangelo.

A tutti loro siamo chiamati a guardare anche noi, cercando di ascoltare la voce di Gesù che oggi dice anche a me e a te, come ieri ai pescatori di Gennèsaret, di non temere. E ci chiede di seguirlo e, sulla sua Parola, di continuare a mostrare Dio e la sua salvezza agli uomini e nella storia.

Poiché Cristo non ha altro corpo visibile che quello dei suoi discepoli, non ha altro Amore da mostrare che il nostro.

Santa domenica a tutti voi. Dio Onnipotente e misericordioso, sostenga il nostro cammino, protegga i nostri cari e ci benedica.

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